Il potenziamento cognitivo è un intervento che mira ad incrementare le abilità cognitive e a migliorarne l’utilizzo con il fine ultimo di promuovere un buon rendimento scolastico, professionale o, in generale, nella vita, oltre che un maggior benessere emotivo e un invecchiamento sano nell’anziano.

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Attenzione alla terminologia!

Quando si parla di potenziamento cognitivo o training cognitivo si fa riferimento ad interventi rivolti a persone sane che vogliono accrescere le loro abilità cognitive. Differentemente, gli interventi di stimolazione cognitiva si rivolgono a tutti coloro a cui è stata riscontrata una patologia neurodegenerativa (es. demenza, parkinsonismi ecc.). Per le persone che hanno subito un danno cerebrale, invece, è più opportuno parlare di riabilitazione cognitiva.

Tutti questi interventi sono però accomunati da un fattore indispensabile per la loro buona riuscita: la motivazione e la collaborazione del paziente. Gli effetti si vedono infatti a medio-lungo termine, è importante quindi non interrompere il percorso.

In cosa consiste il potenziamento cognitivo?

Dopo un’accurata valutazione neuropsicologica che ci permette di capire su quali aree è utile lavorare, lo psicologo può proporre un intervento di potenziamento cognitivo.

Questo intervento si rivolge prevalentemente a bambini e adolescenti, ma in realtà può essere utile a chiunque voglia migliorare specifiche abilità cognitive che magari risultano lacunose (es. memoria, attenzione, ragionamento ecc.) facendo leva sui punti di forza.

Per quanto riguarda bambini e adolescenti, il potenziamento cognitivo può essere utile a chi ha avuto diagnosi di:

  • Disabilità Intellettiva (DI)
  • Funzionamento Cognitivo Limite (FIL)
  • Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA)
  • Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività (ADHD)

Per quanto riguarda la sfera adulta, la letteratura ha dimostrato che anche in un processo di invecchiamento non patologico si assiste a un decremento graduale delle prestazioni cognitive, soprattutto quelle soggette a disuso o ipostimolazione. Anche in questo caso, quindi, è possibile intervenire per promuovere una prospettiva di invecchiamento di successo.